Effetto COVID: tessile italiano in picchiata a maggio, ma l’agroalimentare tiene. Bene chimica e metalli, boom di prodotti legati al tempo libero

Anno su anno, il mese di maggio ha registrato un -26% rispetto al 2019, preceduto da un -7% per il mese di aprile. I risultati sono però doppiati in negativo nel caso italiano, con un -14,86% per il mese di aprile e un disastroso -46.48% sul mese di maggio, pari a 53 miliardi di yen (434 milioni di euro).Il settore agroalimentare ha subito una diminuzione dovuta allo stop di oltre due mesi imposto alla maggior parte dei ristoranti, ma tra i settori di export tradizionale è fra i meno colpiti, con un calo complessivo rispetto al 2019 di circa il 7,5%.
Il settore retail per il cibo e il vino italiano ha mantenuto un livello buono di vendite. Un sondaggio condotto da questa Camera di Commercio verso importatori di agroalimentare italiano rivela che per circa metà degli importatori l’impatto derivante dal Coronavirus è giudicato significativo o serio, mentre per il restante 50% il danno è giudicato lieve. Per tutti è comunque probabile la sostanziale chiusura dei portafogli produttori sul 2020.

Per quanto riguarda la moda il calo è stato significativamente maggiore, a causa della riduzione dei consumi derivanti dal crollo delle visite a negozi e department store – con qualche aumento percentuale sull’acquisto online. Lato dogane giapponesi, il calo legato al prodotto tessile è di circa il 33,7% rispetto al 2019.

Su altri settori consumer, si segnala invece l’incremento di importazioni di biciclette e motocicli (+36% con un incremento in valore assoluto di 6 milioni di euro) e di giochi e strumenti musicali (+6,9%).

Regge bene il comparto delle forniture industriali, grazie alla decisione del governo giapponese di non porre restrizioni alle attività delle fabbriche. La chimica industriale riporta un +2,62% rispetto al 2019, mentre cresce significativamente l’importazione di metalli (+75%).